14.04.2008
la città del cinema
Ciao,
Matteo
Matteo è arrivato al nostro corso di Regia-UPTER già sulle stampelle.
Le prime volte abbiamo pensato ad un incidente, poi ad una seria malattia
genetica.
Un giorno l'ascensore era rotto e Matteo è venuto a piedi fino al quarto
piano.
Ad un certo punto ha detto che sarebbe mancato perchè gli cominciava un
corso all'università, facoltà di fisica. Eravamo già ad una fase avanzata
della lavorazione del nostro cortometraggio.
Gli ho detto che avrebbe potuto fare le riprese con noi, come al solito
previste per il sabato o la domenica, e per il montaggio, a parte l'ultimo
seminario finale, avrebbe potuto venire
al corso successivo dalle 17 in poi.
Il primo turno di riprese Matteo è venuto a girare in metropolitana; avevamo
organizzato le cose in modo tale da salire a una stazione dove ci fosse
l'ascensore; anzi, avevamo segnato su tutto il percorso da Battistini ad
Anagnina, quali fossero le stazioni servite in modo da non fargli fare le
scale.
Il turno successivo Matteo non è venuto. Peccato, giravamo su un autobus
d'epoca dentro alle officine di Trambus, ma Matteo quella mattina aveva
fatto una visita in ospedale dalla quale aveva avuto ordine di riposo.
Il martedì dopo Matteo è arrivato a lezione in carrozzella, accompagnato dal
padre. Ci ha detto che avrebbe dovuto fare delle terapie ma che si sarebbe
fatto dare un turno che non coincidesse con la lezione.
Così, per farla finita con una discrezione che a tutti sembrava ormai
pesante, gli ho chiesto cosa gli fosse successo alle gambe. "Osteosarcoma".
Da un ginocchio si era diffuso anche all'altro ginocchio.
Era il martedì prima di Pasqua. Alla lezione successiva, quindici giorni
dopo, siamo andati noi a casa sua, per liberarlo dalla fatica di
raggiungerci. Matteo ha partecipato come se niente fosse al turno di
montaggio ma era affaticato dalla radioterapia e sedato dagli
antidolorifici. Dopo una settimana, lunedì scorso, mi ha telefonato la madre
per dirmi che Matteo stava troppo male e che non era il caso di pensare alla
lezione. Stamattina la madre mi ha richiamata: ieri Matteo è morto. Aveva 23
anni.
Noi, da ottobre, lo abbiamo visto diventare sempre più pallido ma non ha mai
perso la tenacia. Al corso di regia, tranne Clodiana e Nicolò, siamo tutti
grandi, più grandi anche dei suoi genitori. Ma non so quanto siamo, quanto
sono preparata a questa storia così dura. Domani molti di noi, forse tutti,
saremo ai suoi funerali, però a me e credo a tutti, piace ricordare Matteo
con il suo "Biancaneve", un corto fatto quando aveva sedici anni durante una
vacanza coinvolgendo i cuginetti nel gioco del "cinema", perchè Matteo,
evidentemente, il cinema ce l'aveva nelle sue corde di narratore.
Caro Matteo, io non sono una credente ma mi piace pensare che ognuno di noi
abbia un suo paradiso, dove può fare in "santa pace" (mo' ce vo') le cose
che ama. Per quello che ho conosciuto di te, la tua passione per il cinema,
mi piace pensare che adesso sei nel tuo paradiso dove puoi girare i tuoi
film. E quello è un paradiso dove sei in buonissima compagnia. Salutaci
Chaplin e Fellini e Bergman, e Troisi e De Sica e Htchkock, e Antonioni e
Rossellini.... poi Marcello Mastroianni, Nino Manfredi, Alberto Sordi,
Massimo Girotti, Vittorio Gassman, Totò, Giulietta Masina, Anna Magnani...
Marylin Monroe... Charlton Easton che è appena arrivato e sarà un po'
spaesato... e Haert Ledger... e John Belushi... insomma fai tu.
Grazie per tutto quello che ci hai dato.
Ciao Matteo.
angela :)