22.09.2006
accade a Roma
Cina. Nascita di un impero
Il più alto numero di reperti mai concesso dalle autorità cinesi per una mostra in Occidente: oltre 300 pezzi per il racconto di un millennio di storia e arte cinese, dalla dinastia Zhou (1045-221 a.C.) al Primo impero(221 a.C.-23 d.C.), durante il quale si plasmò e si consolidò un impero che ebbe continuità, con la sua raffinata cultura e la capillare struttura amministrativa, per oltre ventuno secoli.
La mostra è organizzata con il supporto dell'Università Ca' Foscarti di Venezia. L'esposizione si avvale di un allestimento originale e di sicura suggestione creato dal regista Luca ronconi.
Il periodo storico preso in esame dall’esposizione, ovvero quello che va dall’ultima dinastia pre-imperiale dei Zhou (1045-221 a.C.) alle due dinastie imperiali dei Qin (221-206 a.C.) e degli Han Occidentali (206 a.C.-23 d.C.), fu caratterizzato dallo scontro tra culture diverse che, mirando all’egemonia, tendevano tanto a combattere le popolazioni vicine quanto ad assimilarne costumi e innovazioni, in un continuo processo di integrazione iniziato già in epoca neolitica. All’inizio della dinastia i Zhou seppero creare uno stato unificato come mai era esistito e come mai più si vedrà fino alla costituzione dell’impero. L’area della loro influenza culturale era vastissima, estendendosi dai confini occidentali dello Shaanxi alle regioni costiere dello Shandong, del Jiangsu, del Zhejiang e, più a nord, nell’area di Pechino fino a comprendere a sud lo Hunan e il Jiangxi.
L’ordine politico e istituzionale che aveva caratterizzato i primi secoli
della dinastia andò gradualmente disgregandosi. La casa reale Zhou,
sprovvista ormai di una forza militare in grado di mantenere coesi e di
difendere i territori posti sotto il suo dominio, perse qualunque autorità
politica, anche se manteneva saldo il ruolo di massima autorità religiosa.
Un gran numero di regni e principati, piccoli e grandi, governati dai
discendenti dei capi di lignaggio che nel corso dei secoli avevano ricevuto
l’investitura dai re Zhou in cambio di tributi e aiuti militari, lottava per
affermare la propria autonomia o la propria supremazia. Nel 256 a.C. la
capitale Zhou venne annessa a Qin, il potente regno situato a occidente del
fiume Giallo, nello Shaanxi, che nel 221 a.C. riuscì a creare un immenso
impero posto sotto la guida di un unico sovrano, Qin Shi Huangdi, il Primo
Augusto Imperatore dei Qin.
Il lungo e difficile processo di integrazione tra le popolazioni che
vivevano sul vasto territorio cinese era giunto a compimento. Il periodo che
va dal 221 a.C. al 23 d.C. fu cruciale per la formazione della struttura
amministrativa, economica e sociale dell’impero. Per favorire la coesione
politica ed economica vennero unificati il sistema di scrittura, il sistema
monetario, i pesi e le misure, lo scartamento assiale per i carri. Furono
promulgati codici molto articolati e vennero realizzate opere pubbliche
maestose, destinate a sfidare i secoli, come l’imponente rete di strade,
lunga 6800 km, e di canali, che permisero di collegare rapidamente regioni
dell’impero piuttosto distanti tra loro, facilitando il transito delle
persone e delle merci e l’irrigazione di vaste aree agricole. Collegando,
consolidando e ampliando gli sbarramenti preesistenti eretti ai confini
degli stati più settentrionali, costantemente minacciati dalle incursioni
delle tribù nomadi delle steppe, venne edificata la Grande Muraglia,
grandiosa costruzione difensiva che già all’epoca si snodava per oltre 5000
km.
La mostra comprende oltre 300 reperti di grande raffinatezza e impatto,
alcuni dei quali mai usciti finora dalla Cina, provenienti da 14 musei
cinesi. Tra i bronzi cerimoniali, particolare rilievo per bellezza e
importanza storica hanno quelli provenienti da Zhuangbai (Fufeng, Shaanxi),
parte di un tesoro costituito da 103 vasi rituali appartenuti a cinque
generazioni di una potente famiglia aristocratica Zhou, rinvenuti in un
deposito del 771 a.C. Per la prima volta in Italia vedremo inoltre le lacche
e i bronzi provenienti dalla tomba del marchese Yi di Zeng, scoperta nel 433
a.C. a Leigudun (Suixian, Hubei), il cui corredo funerario ammonta a oltre
15.000 reperti. Le lacche comprendono uno splendido cervo disteso dalle
lunghe corna, una coppa riccamente intarsiata e il sarcofago dipinto di
un’ancella o di una concubina del marchese. Tra i bronzi, si distinguono il
misterioso animale dal corpo di uccello e le corna di cervo, ageminato in
oro e intarsiato di turchesi, alto 143 cm, unico nel suo genere, e
l’imponente porta-ghiaccio con contenitore per bevande alcoliche di squisita
fattura.
Ma la grande attrazione saranno certamente i famosi soldati di terracotta
del Primo Imperatore, un’armata imponente composta da migliaia di guerrieri,
cavalli, carri da combattimento, tutti a grandezza naturale e diversi tra
loro, rinvenuti in più fosse situate nei pressi del mausoleo, ancora
inviolato, a Lintong (Xi’an, Shaanxi), nei pressi dell’antica capitale
imperiale.
Dalla Cina uscirà il maggior numero di statue mai prestato all’estero, e per
la prima volta in Occidente verranno esposte statue e reperti provenienti da
tutte le fosse dell’area sepolcrale del Primo Imperatore e non solo da
quelle riservate all’esercito: un generale, un arciere, un balestriere
inginocchiato, un cavaliere e il suo cavallo sellato, una quadriglia di
cavalli al tiro di un immaginario carro da guerra (degli originali in legno
essendosi preservata solo l’impronta fossile) guidato da un auriga e
scortato da due soldati armati, ma anche funzionari in abiti civili,
giocolieri, rematori, stallieri, anch’essi a grandezza naturale, ritrovati
negli ultimi anni in fosse diverse rispetto a quelle destinate all’esercito
e mai giunti in Italia, un’armatura in pietra completa di elmo e uno
splendido airone di bronzo che fa parte di un gruppo di animali di
straordinaria bellezza.
Consistente per il numero e impressionante per l’impatto che avrà sul
pubblico, grazie anche al particolare allestimento curato da Luca Ronconi,
sono le oltre 150 statuette, alte fino a 70 cm, raffiguranti animali
domestici, cavalli, fanti e soldati a cavallo provenienti in prevalenza dai
depositi rinvenuti nei pressi dei mausolei imperiali, a tutt’oggi inviolati,
del primo imperatore Han, Gaozu (206-195 a.C.), e del quarto, Jingdi
(157-141 a.C.). Eccezionale per la qualità della giada impiegata, di colore
bianco, è la veste funeraria di dimensioni umane costituita da oltre duemila
piastre di varia grandezza e diversi spessori cucite insieme con centinaia
di metri di filo d’oro, prerogativa degli aristocratici di rango più
elevato.
dove:
Scuderie del Quirinale, via XXIV Maggio, 16
periodo: 22 settembre 2006 – 28 gennaio 2007
orari: da domenica a giovedì 10.00-20.00; venerdì e sabato
10.00-22.30. L’ingresso è consentito fino a un’ora prima della chiusura.
web:
www.mondomostre.it e
www.scuderiequirinale.it
info: 06 39967500
biglietto: € 10
comunicato stampa