domenica 20 dicembre 2015
percorsi
Tra Piramide e via Ostiense
Ah, che posto che è questo.
Tanto intrigante in se e per me che veramente non so da dove cominciare.
Comincio col dire che quella via del Porto Fluviale, nel nome, evoca cose sospese fra il porto dei romani quando le navi risalivano il fiume trainate dai buoi sulla riva e dalle stive venivano scaricate anfore piene di tute le merci, e l'idea che anche a Roma ci sia stata un'area industriale come a Londra o a Rotterdam.
E poi, per me, quell'anno che mi chiesero di fare il back stage di un seminario di teatro che si svolgeva in una scuola poco distante da qui.
E poichè la zona non la conoscevo affatto e volevo sentirmi un po' esploratrice, la prima volta ci andai a piedi, seguendo il lungotevere. E fu un'avventura così bella e la città trascolorava così magnificamente dal centro rinascimentale, all'area archeologica e al profumo di quartiere operaio dove quell'industria romana ha prodotto sempre solo servizi (il mattatoio, il gasometro, i mercati generali...) che per un intero anno accademico c sono andata sempre e solo a piedi, anche quando pioveva.
Ero stata piacevolmente, creativamente, influenzata dalle chiacchiere fatte con Maurizio che conosceva le potenzialità della zona per essere stato presidente dell'allora Circoscrizione e una sera accompagnandomi a casa dopo non so più quale riunione di lavoro, fra i Mercati Generali che smobilitavano e Piramide mi disse "io questo posto me lo immagino come il Beaubourg di Roma".
Era il 1995.
Roma non è Parigi nei tempi e non lo è nel coraggio del nuovo. Non so se purtroppo o per fortuna. Però Maurizio aveva ragione.
Ostiense non ha un Beaubourg ma gli ex-Mercati Generali diventeranno la Città dei giovani, Roma3 ha ristrutturato vecchie strutture industriali e le ha fate diventare sedi dell'università più dinamica della capitale, Eataly h recuperato il fallimento dell'Air Terminal, la centrale Montemartini unisce macchine dismesse per la produzione di energia, divinità del '900, agli dei antichi scolpiti nel marmo della collezione dei musei capitolini, fra Garbatella e Ostiense sono unite dal ponte Settimia Spizzichino e lo chiamiamo ponte e non cavalca-ferrovia perchè i binari sono un fiume che separa due rive della città.
E qualche volta è capitato che il gasometro, attualmente il più alto d'Europa (quello di Berlino è andato distrutto durante la seconda guerra mondiale) si diventato luogo di installazione artistica.
Alla gente dl quartiere, ai vecchi che si ricordano ancora la battaglia di Porta San Paolo e le bombe all'Ostiense e la curiosa costruzione della stazione Ostiense che doveva essere pronta per l'arrivo di Hitler ma siccome, anche all'epoca, i lavori andavano a rilento, Mussolini chiamò gli scenografi d Cinecittà, si sono aggiunti gli immigrati, qui specialmente dalle ex repubbliche sovietiche. Non so esattamente se ci vivano ma si ritrovano nei giardinetti di Piramide e all'inizio di via Ostiense ci sono negozi dove si trova la migliore panna acida di Roma.
Sul fascino che mi suscita il gasometro non rovo parole.
Dico solo che c'è stato un tempo che quando non ne potevo più delle cose, quando come Ismaele del Pequod, mi accorgevo che un triste autunno mi era sceso nel cuore... non potendomi imbarcare su una baleniera, prendevo il motorino e andavo sotto al gasometro. Non er un osto raccomandabile o almeno non mi sembrava tale. Non mi ci fermavo. Arrivavo e tornavo subito indietro. Mi bastava essere vicina.
Dopo un pò non è stato più possibile, Italgas h chiuso la strada lungo il fiume, giù dal ponte di ferro e al gasometro così vicini non ci si arriva più. Mannaggia.
Buona passeggiata
angela ermes :)
la mappa dei nasoni