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parole di sindaco
Casa Vittoria: il centro alzheimer
Intanto
questo luogo è molto bello perché per tutto quello che facciamo non c'è
soltanto un aspetto quantitativo ma bisogna vedere come si fanno le cose e
sopratutto come si fanno le cose per le persone che hanno bisogno
di stare in luoghi belli; perchè quando si fanno i numeri e le statistiche -
guardavo in questi giorni le bozze del bilancio sociale del comune di Roma
che renderemo noto fra poco e veramente i risultati sono incredibili dal
punto di vista del mutamento della città - ma non c'è solo un aspetto
numerico, c'è un aspetto qualitativo. Per questo voglio fare i complimenti
all'architetto, al dott. Alvaro, alla ASL, a Giusi, Gabriele, perchè intanto
questo posto è pieno di luce, è pieno di colori chiari, trasmette serenità,
uno viene qui e già gli viene da sorridere, questo luogo ha spazi grandi, è
fatto insomma come bisogna fare nei luoghi importanti. Quando con Raffaella
Milano all'inizio del nostro mandato abbiamo cominciato a discutere delle
cose da fare in città, tra le tante cose che abbiamo messo in cantiere, una
ha riguardato questa questione dell'alzheimer che è una malattia che si va
estendendo anche nella sua riconoscibilità perchè prima c'era molto
alzheimer ma non lo si riconosceva e sappiamo che è una
malattia complicata, complicata per i pazienti, complicata per le famiglie,
e dunque è un tipo di condizione nella quale si ha bisogno di aiuto, di
sostegno, di amicizia.
Io penso
che le istituzioni abbiano tanto più dovere di fare questo quanto c'è più
bisogno di sostegno, di solidarietà e di amicizia. Lo dico e lo dicevo anche
al presidente del Municipio perchè sono reduce, anzi mi scuso del quarto
d'ora di ritardo, ma ero in Campidoglio dove abbiamo annunciato una
importante manovra di riduzione dell'ICI, abbiamo ridotto l'ICI sulla prima
casa a Roma, già avevamo l'ICI più bassa d'Italia e l'abbiamo ridotta
ulteriormente ma sopratutto abbiamo aumentato
tantissimo le detrazioni e le esenzioni per le famiglie che hanno il reddito
più basso. Noi avevamo 50mila famiglie che o non pagavano o pagavano di
meno, adesso ne avremo 250mila e senza aver toccato i servizi
sociali grazie ad un'intesa con la Regione e si vede che quando le
istituzioni collaborano le cose vanno bene per tutti.
Noi abbiamo due categorie alle quali prestiamo un'attenzione quasi morbosa,
una sono gli anziani, l'altra sono i bambini; un po' perchè sono, diciamo,
le due stagioni della vita nelle quali si ha più bisogno di sostegno, di
aiuto e sarebbe bene che quelli che stanno in mezzo fra l'essere bambini e
l'essere anziani se ne ricordassero perchè poi si è stati bambini ma quasi
sempre si diventa anziani e bisogna sapere che tanto più si fa per gli
anziani quando si ha l'età nostra tanto più quando si è anziani si trovano
degli spazi. L'altro giorno siamo stati al Bioparco dove abbiamo inaugurato
una cosa molto bella: abbiamo fatto al Bioparco un percorso per i bambini
non vedenti perchè i bambini non vedenti che vanno al Bioparco possano
riconoscere i luoghi in cui sono. E abbiamo inaugurato lì un centro per le
persone disabili che sta affianco al centro anziani del II Municipio che
abbiamo messo al Bioparco. Il vecchio centro anziani stava in un locale di
70 metriquadri, più di 800 iscritti, potete immaginare. Adesso invece sta in
un luogo meraviglioso. Questo sempre per dire che la qualità è importante ed
è anche importante ovviamente la qualità del lavoro che si fa di assistenza
e di sostegno. A me fa piacere che qui, mi diceva Raffaella, fanno
esperienza di formazione con le persone, spesso
provenienti da altri paesi, che imparano a fare un mestiere sempre più
richiesto che è quello, sempre virgolette" delle badanti, persone che fanno
una delle cose più importanti nella vita, cioè badare a qualcun'altro. E'
importante quindi che facciano formazione per un lavoro che non basta
improvvisare, che questo sia opportunità di lavoro per molti.
Io spero che questa possa essere davvero una zona di sollievo sia per le
persone affette da questa patologia, sia per le loro famiglie. Già abbiamo
cominciato a farne entrare un po', altre ne faremo entrare attraverso il
lavoro di selezione che abbiamo fatto ed è uno dei nove centri. Eravamo a
zero e ora siamo a nove; il nostro obiettivo è di farne 19, di farne uno per
ogni municipio in modo tale che ogni municipio possa avere la sua
struttura e siccome siamo riusciti a farne abbastanza pensiamo di concludere
questo lavoro nei prossimi anni e di avere alla fine un centro per ogni
municipio.
Prima mi sono messo una mano in tasca e ho trovato il disegno che mi ha
fatto una bambina e che voglio far vedere perché siccome in parte questa
malattia la si diagnostica attraverso le forme colorate... questo disegno
me lo ha fatto una bambina quando sono andato alla sua scuola, bambina
piccolissima, non so, tre anni, quattro anni che si chiama Agia. Ecco il
disegno. Io mi sono chiesto che cosa fosse e se lo chiedo a ciascuno di voi,
ognuno ha una risposta diversa. La mia risposta è stata che era una nave,
una caravella, no? sembra una caravella. Invece lei mi ha detto che era una
bambina con le trecce lunghe. Per dire come ognuno vede una cosa diversa e
come poi la fantasia e la creatività debbano essere lasciate senza limiti.
Io vorrei veramente che questo fosse un luogo di allegria, di serenità e di
incontro. Dipenderà molto non solo dalla bellezza strutturale ma anche
dall'intensità del cuore che ci metteranno le persone che qui lavoreranno e
qui si incontreranno ma da questo punto di vista possiamo stare tranquilli.
Casa Vittoria è una garanzia da questo punto di vista. Anche io la prima
volta che sono venuto qui, anzi era già la seconda volta quel giorno che
avevamo degli ordigni da far esplodere e abbiamo portato qui le persone; poi
ci sono tornato varie volte, l'ultima insieme a Gianni Paris per aprire un
asilo; questa è una casa sociale a cavallo fra il quindicesimo e il
sedicesimo municipio, con tante attività, tutte che vanno bene, tutte che
riescono bene nel contesto soprattutto dello sforzo che noi facciamo nei
confronti degli anziani e concludo perché questo sforzo per gli anziani si
chiama centri per l'alzheimer, che riguarda gli anziani ma non
necessariamente solo gli anziani, il nostro sforzo poi riguarda la
teleassistenza: l'altro giorno è venuta una signora col braccialetto che noi
abbiamo messo alle persone particolarmente fragili e mi ha detto "vede,
grazie a questo voi mi avete salvata una volta"; riguarda le migliaia di
anziani che noi assistiamo ogni giorno con il pony della solidarietà, alle
migliaia, siamo partiti da 500 e siamo a 2500, anziani che stanno davanti a
centinaia di scuole e a una trentina di parchi e ville comunali e poi le
decine di migliaia di anziani che fanno l'Università della Terza Età. C'è
una ricchissima attività a Roma, la popolazione nostra di anziani è più o
meno come la città di Bologna, parliamo di una cosa grande, ed è importante
che pezzo per pezzo, venti per venti come nel caso di questo centro
alzheimer, alla fine ci sia una struttura e un luogo in cui gli anziani e le
loro famiglie non si sentano soli e in fondo la città serve, almeno la
nostra città, vuole servire essenzialmente a questo, a fare in modo che
nessuno si senta mai solo. Grazie.
Walter Veltroni - 18 aprile 2006