25.01.2007
parole di sindaco... e di ministro
Master di II livello: Didattica della Shoah
storia, memoria e ricordo, filosofia, letterature e arte, religione, psicologia del profondo, scienze sociali
Facoltà di Scienze della Formazione - Università Roma 3
Stamattina il presidente della Repubblica riceve i nostri ragazzi che hanno partecipato i viaggi che abbiamo fatto all'Auschwitz e io vorrei partire da dal fatto che vedo una continuità didattica fra questo master e l'esperienza formativa che ragazzi delle nostre scuole superiori fanno con progetti dedicati alla memoria. Sono convinto che quando incontreremo i prossimi anni gli studenti del master troveremo molti che sono venuti con noi alla Auschwitz.
Dico esperienza formativa perché questi viaggi per noi non sono solo viaggi ma sono un progetto che dura tutto l'anno che coinvolge professori e che coinvolge migliaia di ragazzi e il cui obiettivo è cercare di capire ciò che è ancora oggi non è comprensibile.
Le nostre case e intendo dire le case della stragrande maggioranza di quelli che sono qui sono piene di film sulla Shoah; e che le librerie che vendono quel bene essenziale che sono i libri sono colmi di libri sulla Shoah.
A sessant'anni di distanza ancora si fa fatica a darsi una spiegazione di come sia potuto accadere che si siano fatte leggi razziali, che si siano fatti protocolli votati allo sterminio di esseri umani, che si sia organizzata una macchina di della morte come quella dei campi, che sia potuto nascere tutto questo nel cuore di un grande paese civile come la Germania, nel cuore di un grande paese civile come l'Italia che ha collaborato purtroppo per la sua parte con le leggi razziali, come è potuto accadere che un paese con tradizione culturale che noi abbiamo, il paese del Rinascimento, il paese dell'umanesino, come è potuto accadere che in questo paese un giorno qualcuno abbia approvato una legge in base alla quale uno studente ebreo non poteva stare nella stessa scuola degli studenti che ebrei non erano.
Come è potuto accadere.
La risposta a questa domanda, "come è potuto accadere che esseri umani abbiano potuto infliggere ad altri esseri umani ciò che è stato", la risposta più profonda, è in fondo il senso e la ragione di partenza di questo master che essendo master e rivolgendosi a ragazzi, vuole fare entrare ad una conoscenza alla più qualificata possibile.
Questo master penso che farà bene, come fa, ad aiutare a capire che al di là del contesto storico c'è un veleno: il veleno della considerazione della superiorità di qualcuno nei confronti di qualcun altro, un veleno che può di nuovo generare mostruosità.
Gli atti terroristici che uccidono degli innocenti, così come le torture, così come tante altre cose fanno parte di un mondo che non ha fatto fino in fondo i conti con la sua memoria, di un mondo fragile, di un mondo che non ha metabolizzato l'orrore che ha prodotto.
E sì come noi occidentali oggi siamo coloro i quali hanno conosciuto la più alta forma di convivenza tra gli esseri umani che è la democrazia e la libertà, non se ne sono inventate di migliori, dobbiamo sempre ricordarci quando parliamo a chi occidentale non è, cosa questa che di per sé non è evidentemente una colpa, dobbiamo ricordarci che noi per arrivare fin qui siamo passati da Birkenau, siamo passati per i gulag staliniani, siamo passati per i momenti più tragici della storia del 900, siamo passati per due guerre mondiali e se c'è una cosa che dovremmo avere imparato da tutte queste vicende è l'attenzione nei confronti della bellezza della diversità, la coscienza che il mondo è fatto di tante realtà diverse, di tante culture diverse, di tante etnie diverse, di tante religioni diverse, che non c'è mai una religione superiore a una altra, né un'etnia superiore a una altra, non dico di razza perché piazza c'è una sola, che non c'è mai nulla che sia per definizione superiore ad altro se non la libertà.
Ma la
conquista di questa libertà passa attraverso la coscienza di quello che
l'umanità ha vissuto e conosciuto.
Io so che questo master ha un valore enorme in questa città dove in una
notte furono presi più di mille ebrei, furono portati via, e ne sono tornati
solo 16, in questa città dove ci sono state via Tasso, le Fosse Ardeatine,
questo master è importante; e quando ci sarà il Museo della Shoah, per il
quale siamo in dirittura di arrivo per l'inizio dei lavori, il Museo sarà il
naturale sbocco professionale per i ragazzi che in questa università
prenderanno la loro laurea. Il museo non sarà solo luogo di conoscenza
emozionale di quello che è stato l'olocausto ma anche luogo di consapevole
razionalizzazione di quel momento storico.
Noi dobbiamo costruire anche una generazione di testimoni di secondo grado,
persone che abbiano sentito da chi ha vissuto a possano raccontare con la
credibilità di chi ha sentito da chi ha concretamente vissuto; una cosa è
leggere su un libro, e già fa male, la storia della vita nel campo di
sterminio altra cosa è sentirlo raccontare.
Sono statoalla sinagoga a celebrare il bar mitzvar di Sami Modiano; il bar
mitzvar è la cerimonia di presentazione al tempio quando un ragazzo compie
13 anni; Sami Modiano aveva 13 anni quando era nel campo di sterminio e
l'abbiamo celebrato oggi che ha 76 anni, l'abbiamo celebrato per un essere
umano di rarissima intensità e di meravigliosa dolcezza che caratterizza
tutti i sopravvissuti al campo di sterminio.
La cosa che mi ha fatto enormemente piacere e che quando abbiamo fatto il bar mitzvar di Sami Modiano, la sinagoga era piena di ragazzi che erano venuti ad Auschwitz; erano venuti per festeggiare e si sentivano testimoni di secondo grado. I testimoni non sono soltanto quelli che hanno vissuto ma sono anche quelli che sanno razionalizzare e questo mi sembra il compito della vocazione del vostro master. Grazie
walter veltroni - sindaco di roma
Ci sentiamo impegnati per sempre nella memoria per l'enormità della Shoah.
Ci si torna chiedere come è stata possibile una cosa così smisurata.
E ci sentiamo impegnati per l'unicità della Shoah.
Perché se la guerra è la più drammatica forma di allontanamento dagli altri, la Shoah è stato il più radicale allontanamento dagli altri che l'umanità abbia mai potuto avere.
Lì ad
Auschwitz, a Buchenwalt, a Birkenau, a Treblinka, il cammino
dell'umanità si è fermato, si è fermato, si è fermato davanti alla
mostruosità della soluzione finale, si è fermato per sempre perché l'umanità
è caduta irrimediabilmente in quell'abisso.
Uno dei miei maestri, Adorno nei "Minima moralia", ha sostenuto qualcosa di
analogo quando ha scritto: dopo Auschwitz niente più poesia, è finita la
poesia.
Forse non è vero, forse la poesia è tornata, forse la poesia ci sarà sempre,
certamente la poesia ci sarà sempre ma la condizione perché possa tornare è
che di quella caduta nell'abisso si mantenga la memoria.
Non è un caso, cari amici, che le rinascite autoritarie abbiano sempre bisogno di negare la Shoah. Quando ce qualche despota che si appare sulla faccia di questa terra prima o poi passa di qui, dall'esigenza di negare l'olocausto.
L'ultima
volta è successa a col presidente iraniano Ahmadinejad che non a caso
a pochi mesi dal suo insediamento ha voluto un convegno alla università di
Theran coinvolgendo anche tanti illustrissimi professori europei che si sono
prestati lì a testimoniare com'è tutto sommato si tratti di una autentica
esagerazione. E un grande segno di speranza è stata la contestazione degli
universitari di Teheran al presidente Ahmadinejad
La memoria.
Ora è del tutto evidente che ci sono anche reati: l'apologia del fascismo:
azioni alla persecuzione sono reati ma penso che non sia sufficiente il
diritto penale mantenere o a imporre la memoria.
Si può proibire la negazione della Shoah anche per legge ma se si spegne la memoria e allora la negazione arriva.
Un master
come questo, una iniziativa universitaria sulla conoscenza, penso che sia
una iniziativa importante e siamo tutti qui ad applaudire per un progetto di
cui voglio ringraziare l'università di Roma e in particolare Roma 3.
Sto facendo una esperienza molto interessante. Come sapete l'Italia e il suo
governo è impegnata nell'area mediterrane a tentare di contribuire alla pace
anche con forze militari in Libano, nei Balcani.
Io sto
ricevendo molte personalità della cultura dell'area mediterranea e anche
molti dirigenti politici miei colleghi che danno valore all'impegno
italiano, anche all'impegno militare, ma tutti poi mi dicono: non basta, non
basta, per la pace non basta, per la pace occorre muovere la cultura e la
scienza, per la pace occorre la cooperazione con la scuola e l'università e
questi sono veramente in messaggeri più efficaci.
Voglio ringraziare Davide Mechnagi che è l'animatore di questo master,
Davide e un uomo molto attivo, che viene da una tradizione culturale carica
della grande cultura dell'ebraismo, che si è posto e ci ha aiutato a porci
interrogativi molto profondi, interrogativi sui sopravvissuti, su quel fatto
terribile che porta i sopravvissuti a chiedersi "perché proprio io" e
sviluppare persino complessi di colpa per la sua sopravvivenza.
Sedici, 16
ebrei romani, ricordava il sindaco, sono sopravvissuti a quanti furono
rastrellati in quell'ottobre del 43.
Davide ci ha aiutati a porci interrogativi profondi sulla esistenza dello
stato di Israele, io letto cose sue che arrivano dritto quando Davide dice
Israele non può essere trasformato dallo stato degli ebrei com'è, all'ebreo
degli stati, di nuovo la diaspora per il mondo; e credo che tutti sappiamo
nitidamente che non c'è soluzione politica in medio oriente, non c'è
rispetto possibile dei diritti di tutti, a partire dal popolo palestinese e
e del suo diritto ad avere uno stato, se il punto di partenza è la
rivendicazione della fine di Israele.
Voglio finire con un'ultima osservazione che si riallaccia a quanto ha detto
il sindaco.
Come è stato possibile. Come è stato possibile che l'Italia paese del
Rinascimento, dell'umanesimo sia anche il paese che nel 1938 ha visto il suo
governo di allora promulgare le leggi razziali; e la cosa che mi ha sempre
colpito non è solo non è il fatto che il governo fascista promulgò le leggi
razziali e che il re le firmò; mi ha sempre colpito il fatto che quando si
liberarono quelle poche centinaia di cattedre universitarie occupate da
docenti ebrei, furono migliaia gli altri che chiesero di prendere il loro
posto.
E come è stato possibile che un paese come la Germania, il paese di Hegel, di Beethoven, di Goethe sia stato poi alla fine il paese di Auschwitz e di Dachau.
C'è un libricino, un libricino prezioso e quasi dimenticato che forse dovrebbe essere letto di più nelle scuole; è di un inglese, uscì nel 1959, si intitola "Come si diventa nazisti"; parla di una cittadina che nel 1932 era una delle capitali del movimento operaio, il 1933 è una delle città in cui fu più ampio il reclutamento delle SS, una metamorfosi che in 24 mesi trasformò una capitale del socialismo tedesco e in una capitale del nazionalsocialismo tedesco.
Può succedere, è successo, può succedere ancora se noi non facciamo niente, se noi non fissiamo nella memoria delle nuove generazioni non solo il ricordo di quello che è stato ma questo pensiero:
che
l'antisemitismo è il più radicale dei razzismi e il razzismo e il luogo
eletto della ferocia e della stupidità umana.
Un master come questo ci dà una mano a compiere il nostro dovere verso le
generazioni future.
Grazie per tutto quello che state facendo
fabio mussi - ministro per l'università e la ricerca scientifica