mercoledì 03 ottobre 2012
la città del cinema
Una
giornata particolare
E' la mattina dell'8 maggio 1938, una giornata particolare per Roma
perchè alla "inventata" stazione Ostiense (non erano riusciti a finire i
lavori e intervennero gli sceneggiatori di Cinecittà) arriva Hitler e
tutti escono per partecipare alla grande parata e a tutte le
manifestazioni fasciste che costelleranno la giornate. Nel grande
caseggiato di viale XXI aprile, le più grandi case popolari costruite
negli anni '30, rimane Antonietta, casalinga ignorante madre di sei
figli "romanamente" soggiogata dal marito e incantata dal Duce.
Ma nel caseggiato non è sola; dal palazzo di fronte un elegante signore
le chiede aiuto per un uccellino scappato dalla gabbia; è Gabriele,
giornalista, radiocronista che stato licenziato dalla EIAR (la Radio
dell'epoca).
Tra i due, lontanissimi per cultura e situazioni, paradossalmente nasce
una forte empatia, lei gli si offre in una bellissima scena tra le
lenzuola stese sul terrazzo condominiale forse anche perchè è l'unica
occasione di fuggire alla triste quotidianità ma lui così si vede
costretto a rivelare la sua omosessualità, vera causa del licenziamento.
E l'empatia fra i due cresce ancora di più fino a portarli a fare
l'amore.
Ma la giornata è ancora particolare: è quella in cui verranno a prendere
Gabriele per portarlo al confino perchè omosessuale e quindi pericoloso
per il regime. Antonietta lo vede andare via mentre rientra il marito,
intenzionato a fare il settimo figlio che chiamerà Adolfo.
Sono molte le chicche di questo film.
Sofia Loren e Marcello Mastroianni sono al 12esimo film da
co-protagonisti e questa è forse la loro interpretazione più intensa.
E' la prima volta, dopo La Ciociara, che Sofia non viene presentata come
una diva ma come una donna modesta, quasi sciatta.
Il film, girato tutto in interni (e voglio considerare tale anche il
terrazzo perchè di fatto parte del palazzo), inizia con un piano
sequenza tra i più lunghi e complessi del cinema italiano: la macchina
inquadra la facciata del palazzo, si avvicina, "entra" dalla finestra
della cucina e segue Antonietta mentre si sposta per sbrigare le cose di
cucina prima che la famiglia si svegli.
Il film gioca su tre elementi forti: il ribaltamento dei ruoli (è
Antonietta, pur nel suo essere donna piegata, a prendere l'iniziativa),
la costante presenza della radiocronaca della giornata, la sottrazione
del colore che rende il film quasi in B/N ma anche vagamente seppia.
Oscar miglior film straniero.
David di Donatello migliore regia, migliore attrice protagonista.
Bellissimo.
fiore di cactus :)